Le politiche ambientali devono passare attraverso un solido percorso formativo, informativo e comunicativo. Alla Regione dovrà pertanto spettare il compito di avviare percorsi attraverso i quali incentivare la realizzazione di occasioni di approfondimento e formazione, a partire dalle scuole, creando sinergie con istituti di formazione, terzo settore ed enti di settore. In questa ottica, sarà fondamentale prevedere lo stanziamento di risorse attraverso le quali perseguire questi obiettivi, partendo dal presupposto che tali investimenti non andranno a beneficio solo delle politiche ambientali ma anche di ambiti come il turismo, lo sviluppo economico e la sanità pubblica. Tema cruciale su cui soffermarsi è quello della mobilità sostenibile, attraverso la cui incentivazione sarà possibile creare un sistema ideale dei trasporti che permetta di ridurre l’impatto ambientale del settore, rendendo al contempo gli spostamenti più efficienti e veloci.

Mobilità sostenibile significa anche incentivare i mezzi di trasporto pubblico, favorendo l’abbandono del mezzo privato, ma anche combattere il consumo di suolo e il degrado del territorio. Gli strumenti per raggiungere reali risultati nello sviluppo della mobilità sostenibile sono già disponibili e sono la tecnologia, l’innovazione e il comportamento delle persone.

Quest’ultimo, in particolare, gioca un ruolo chiave nel successo di un progetto ed è per questo motivo che la sensibilizzazione al tema della sostenibilità e dell’impatto ambientale è fondamentale. Inoltre, la Regione Toscana, per la conformazione e la collocazione geografica, risente e risentirà in misura sempre maggiore degli effetti del cambiamento climatico. Il problema del cambiamento climatico e dei relativi impatti deve essere affrontato per mezzo di due strategie di azione: la mitigazione e l’adattamento. In questa ottica, è urgente elaborare un piano di adattamento al cambiamento climatico, con lo scopo di orientare le strategie di adattamento.

La Regione Toscana dovrà impegnarsi altresì a promuovere e incentivare l’adesione da parte di tutte le amministrazioni locali al PAESC (Piano d’azione per l’energia sostenibile ed il clima). Con l’adesione al nuovo patto dei sindaci per il clima e l’energia e l’adesione al Paesc gli enti locali si impegnano infatti a pianificare le proprie azioni per ridurre le emissioni di CO2 di almeno il 40% entro il 2030, aumentare l’efficienza energetica e il ricorso a fonti rinnovabili e preparare il territorio alle mutazioni del clima. La Regione Toscana dovrà impegnarsi a promuovere nelle scuole aspetti educativi e formativi in tema di tutela dell’ambiente e cambiamenti climatici per attivare sinergie virtuose anche tra le famiglie degli studenti di ogni ordine e grado.

Sono questi strumenti necessari e fondamentali per rispondere alle sfide dei cambiamenti climatici e aumentare le capacità resilienti del territorio toscano, coinvolgendo sia il settore pubblico che quello privato, incrementando la consapevolezza dei cittadini e della politica in merito ai rischi e alle vulnerabilità connesse ai cambiamenti climatici. Servirà inoltre educare e sensibilizzare allo scopo di attivare percorsi virtuosi di raccolta dei rifiuti in tutto il territorio regionale. Non solo: si dovranno anche prediligere imballaggi meno impattanti per l’ambiente, incentivando le aziende all’utilizzo di materie ecologiche, riducendo le spese di gestione aziendale in misura dei risultati, incentivando la raccolta porta a porta fino ad arrivare a rifiuti zero, sottoscrivendo accordi con aziende che utilizzano materie di scarto di altre aziende per evitare il conferimento dei medesimi in discarica. La Regione dovrà supportare anche lo sviluppo e la definizione delle politiche per la strategia energetica regionale a sostegno della filiera del biometano con immissione in rete per alimentazione del trasporto pubblico o per usi domestici, contribuendo allo sviluppo sostenibile delle città, con garanzia di controllo delle emissioni e la sequenziale qualità dell’aria e dell’ambiente.

Spazio anche al buon cibo: la nostra Regione dovrà dare vita ad una rete forte di aree protette, produrre alimenti sicuri, sostenibili, nutrienti, a prezzi accessibili, fermare il consumo di suolo, ridurre del 50% l’uso di pesticidi e antibiotici entro il 2030, ridurre l’uso di fertilizzanti del 20%, tutelare la varietà del paesaggio agricolo, avere almeno il 25% di agricoltura biologica entro il 2030. Le politiche ambientali dovranno poi passare attraverso un solido percorso formativo, informativo e comunicativo.

Alla Regione dovrà pertanto spettare il compito di avviare percorsi attraverso i quali incentivare la realizzazione di occasioni di approfondimento e formazione, a partire dalle scuole, creando sinergie con istituti di formazione, terzo settore ed enti di settore. La formazione dovrà però essere solo uno degli elementi cardine delle politiche ambientali della Regione. Altro aspetto da non trascurare dovrà essere quello relativo alla comunicazione.

La Regione Toscana dovrà farsi carico della realizzazione di campagne di comunicazione utili non solo a sensibilizzare i cittadini ma anche a rendere la Toscana modello per l’intero Paese. A tale scopo, sarà fondamentale creare una strategia comunicativa coordinata che dovrà vedere la nascita di una rete tra le varie realtà della nostra Regione. La svolta ecologica dovrà passare non solo attraverso la creazione di un nuovo modello di sviluppo ma anche da un rinnovato spirito ambientalista che dovrà vedere protagonisti i singoli cittadini di una rivoluzione. Per fare ciò, sarà necessario creare nuclei operativi di comunicazione e veicolazione di contenuti che, in sinergia con i percorsi formativi, avranno il compito di far crescere una sempre più solida consapevolezza nei confronti dei temi ambientali.

In questa ottica, sarà fondamentale prevedere lo stanziamento di risorse attraverso le quali perseguire questi obiettivi, partendo dal presupposto che tali investimenti non andranno a beneficio solo delle politiche ambientali ma anche di ambiti come il turismo, lo sviluppo economico e la sanità pubblica.

Altro focus riguarda le aree protette. La Regione dovrà dotarle di strumenti per poter mettere in atto le proprie finalità di conservazione delle emergenze ambientali e di gestione del territorio:

  • completando gli organici dei Parchi Regionali, e delle aree protette dotate di enti di gestione diversi dalla Regione e dalle Amministrazioni locali;
  • definendo adeguati capitolati di spesa per il completamento delle conoscenze riguardanti la biodiversità presente nelle diverse aree protette tramite monitoraggi periodici;
  • completando la transizione tecnico-amministrativa delle ex ANPIL verso Riserve Naturali Regionali;
  • attuando i principi della direttiva “Habitat” e della RN2000 nella gestione del territorio regionale attraverso una mappatura regionale sulla base dei principi della “rete ecologica” a partire dalle core areas costituite dai Siti RN2000 inclusi o meno in AAPP, creando infrastrutture “verdi” che favoriscano il mantenimento dei corridoi e della connettività ecologica in caso di interruzione di essi da parte di grandi opere e viabilità con obbligo di inclusione nelle documentazioni VIA, VAS e VINCA dei principi della rete ecologica regionale;
  • valorizzando i “presidi” tradizionali di utilizzo sostenibile del territorio e promuovendoli tramite il sistema delle aree protette, definendo i capitolati di spesa adeguati o redigendo piani di sviluppo rurale che presentino misure economiche atte all’adozione di sistemi di prevenzione volti a tutelare le attività agro-zootecniche tradizionali o di pregio, su tutto il territorio regionale, rispetto ai potenziali impatti causati su di esse da fauna protetta;
  • progettando “La strada dei Parchi” per collegare aree protette e aree rurali con attività agro-zootecniche tradizionali, siti RN2000 in modo da sviluppare un “turismo naturalistico ed agro-eno-gastronomico” fondato sui valori della biodiversità di habitat, fauna, flora e vegetazione, paesaggio, attività umane tradizionali, prodotti tipici e di eccellenza;
  • conoscendo e promuovendo la biodiversità regionale, del sistema delle aree protette e della Rete Natura 2000 regionale.