In questi ultimi anni, la Regione Toscana ha investito molto sulla costruzione di nuovi ospedali, adesso è il momento di dedicarsi alla messa in sicurezza degli ospedali più “vecchi” e di investire sui territori per una assistenza sanitaria diffusa di primo intervento e di qualità. Le Case della salute devono diventare, a livello territoriale, il punto di riferimento per i cittadini, sia dal punto di vista sanitario di base che specialistico, e devono essere sempre di più, per una presenza prolungata sul territorio di professionisti di alta competenza, assicurando così un adeguato collegamento di trasporto pubblico.

Serve poi un rilancio da parte della Regione del ruolo dei consultori che tenga conto della realtà territoriale a cui si riferisce oltre alla ripresa e/o al potenziamento delle autentiche funzioni per la quale erano stati creati: servizi per la comunità. Nel programma della Regione Toscana dovrà essere un pilastro un anche un sistema sociale diffuso, creando una rete di collaborazione strettissima tra Case della salute, consultori, società della salute e terzo settore. Sul tema della violenza di genere è necessario:

  • attrezzare il sistema dei servizi all’emersione della violenza, scardinare il retroterra culturale e valoriale che genera le discriminazioni e la violenza, attivare il protagonismo degli uomini e dei ragazzi per creare “una nuova alleanza tra i generi” che li responsabilizzi a farsi carico del problema e della soluzione;
  • rinforzare ed estendere a tutto il territorio toscano la Rete Codice Rosa e le reti antiviolenza zonali, con servizi multidisciplinari e di accoglienza, strutturati in una rete integrata tra pubblico, volontariato, privato sociale;
  • elaborare una nuova legge che aggiorni la LR 59/2007 sulla violenza di genere e la LR 16/2009 sulla cittadinanza di genere in un’ottica innovativa che veda integrate le politiche di contrasto alla violenza con le politiche per la parità di genere come pilastri per la crescita sostenibile della comunità toscana;
  • investire in prevenzione;
  • prevedere la definizione di atti di programmazione e pianificazione a supporto dei programmi operativi zonali;
  • dare supporto adeguato allo sviluppo della medicina di genere.

Altro tema su cui concentrarsi è quello della disabilità. Riteniamo che sia importante come Conferenza fornire un contributo su questioni riguardanti il mondo della disabilità, tema molto caro alle donne e dove spesso sono le più coinvolte nell’ambito della cura.

Per questo riteniamo che la Regione Toscana debba:

  • sostenere le persone con disabilità nelle attività di vita quotidiana;
  • attuazione legge sul “Dopo di noi”;
  • creare Consulte per la disabilità nei luoghi dove ancora non sono state istituite;
  • sostenere a 360° le famiglie con persone con disabilità;
  • fornire garanzia del diritto allo studio agli alunni con disabilità, rendendo tutte le tipologie di scuole accessibili per permettere piena libertà di scelta allo studente e alla famiglia;
  • aggiornare l’anagrafe delle malattie invalidanti;
  • ripensare le RSD come realtà diverse non paragonabili alle RSA;
  • creare un registro a livello provinciale di professionisti qualificati per affiancare i ragazzi con disabilità in varie attività anche a livello lavorativo e nelle esperienze di cohousing.


Riteniamo inoltre che sia importante mettere a fuoco alcuni punti sul tema dell’auto e non autosufficienza delle persone anziane:

  • necessità di sviluppare una maggiore progettazione in tema di servizi sul territorio;
  • necessità di incrementare i servizi territoriali e i posti di accoglienza;
  • supporto presso il proprio domicilio nella fase di post-ospedalizzazione;
  • attuazione della delibera regionale 597/2018 di “infermiere di famiglia e di comunità” che tenga conto di un adeguato numero di personale rispetto non solo al numero di assistiti ma soprattutto alla tipologia di popolazione a cui si rivolge.