CONGRESSO PD: IL GUANTO DI SFIDA DELLE DEM TOSCANE (lettera aperta)

Quello con il congresso è un appuntamento che, erroneamente, siamo solite e soliti vivere in maniera funesta. Un momento di riflessione collettiva circa la vita e il futuro del luogo politico che ci accomuna si trasforma puntualmente in un campo di battaglia da cui difficilmente sono usciti vincitori. Già miope di per sé, questo atteggiamento, in una congiuntura politica e sociale come quella che stiamo vivendo, è drammaticamente pericoloso. Serve quindi recuperare il giusto slancio, riportare il dibattito sul piano del reale e fare in modo che le settimane che ci separano dal voto siano utili a ricucire i bordi di un tessuto politico territoriale ridotto al lumicino. Le elezioni politiche ci hanno spiegato bene – qualora ce ne fosse stato bisogno – che il Partito Democratico ha bisogno di essere revisionato nella forma e nei contenuti, che c’è bisogno di più giovani, di più donne, che le logiche correntizie generano come unico risultato il soffocamento di ogni qualsivoglia energia positiva e che per andare avanti bisogna farlo insieme, partendo da un concetto semplice: l’autodeterminazione del sé.
La Conferenza delle donne democratiche della Toscana non ha intenzione di sottrarsi a questa sfida. Al contrario, energicamente sarà parte attiva del dibattito congressuale, animando i confronti che si stanno articolando intorno alle mozioni congressuali. Le democratiche in ogni luogo porteranno le istanze delle donne e faranno in modo che, a prescindere dalla conta, a vincere sia un’idea di partito più femminista non solo a parole, più aperta ai giovani non solo per slogan, più capace di interpretare il sentimento delle centinaia di migliaia di persone che, non sentendosi rappresentate, non si recano alle urne, privandosi di un diritto prezioso.
Anche in questo congresso, di temi e di battaglie sociali per le donne e, dunque, per le comunità tutte, se ne parla troppo poco. Derubricare la questione di genere a mero riconoscimento del ruolo politico delle donne è però un errore pericoloso. Al contrario, serve un ragionamento a tutto tondo, capace di tracciare un sentiero condivisibile da tutte le mozioni in campo. Perché, è bene chiarirlo, sui diritti delle donne non esistono sfumature. Servono più welfare, più lavoro dignitoso, più infrastrutture sociali, più diritti ed è bene che di queste istanze inizino a farne bandiera tutte e tutti i candidati, a partire dal grande lavoro che la Conferenza, anche in Toscana, ha fatto. Il partito dovrà essere più femminile, più femminista e dovrà riuscire a cambiare passo, mettendo da parte l’automatismo di facciata del “servono le donne” e abbracciando con convinzione un approccio davvero inclusivo.
Il Partito Democratico ha bisogno di un nuovo manifesto femminista e a scriverlo dovremo essere tutte e tutti. La Conferenza delle donne democratiche della Toscana lavorerà a questo scopo, nella piena e concreta certezza che il congresso, anche nella sua declinazione regionale, possa rappresentare un terreno fertile per la nascita di una nuova classe dirigente, capace di valorizzare davvero il luogo delle donne e le soggettività che lo animano, buttando giù recinti, steccati e linee di confine. Le donne – del PD e del Paese – ne hanno estremamente bisogno.
Le candidate e i candidati nazionali e regionali si dimostrino all’altezza di questa sfida.

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