TAVOLO PER PIENA APPLICAZIONE 194 REGIONE TOSCANA: CONFRONTO CINTELLI, TORRICELLI, SPADI

Lo scorso giovedì, la portavoce regionale della Conferenza delle donne democratiche della Toscana, Tania Cintelli, alla presenza della sua vice, Francesca Torricelli, ha incontrato la consigliera del Partito Democratico Donatella Spadi, coordinatrice del tavolo per la piena applicazione della legge 194, al quale partecipano associazioni, rappresentanti delle Asl, consiglieri e consiglieri regionale. Obiettivo dell’incontro, un confronto circa alcune tra le questioni all’ordine del giorno, a partire dal tema dell’obiezione di coscienza. Da Cintelli, Spadi e Torricelli un punto fermo: l’interruzione volontaria di gravidanza deve essere garantita, non ostacolata. La riflessione si è incentrata, oltre che su un approfondimento sulla pillola Ru486, sui numeri dell’obiezione di coscienza. La situazione è da monitorare. Nell’opinione di Cintelli, Torricelli e Spadi non si può più fare finta di nulla.

“Quella sulla piena applicazione della 194 – hanno dichiarato Cintelli, Spadi e Torricelli al termine dell’incontro – è una battaglia che deve vederci tutte e tutti, nessuna e nessuno escluso, in prima linea, mettendo da parte questioni di parte e logiche politiche che non devono appartenere al dibattito. La Toscana è terra di diritti e su questo non farà un passo indietro. Una cosa è certa: di 194 bisogna tornare a parlarne massicciamente, dentro e fuori dai palazzi della politica e delle istituzioni. Del resto, obiettivo del tavolo per la sua piena applicazione è anche quello di proseguire sulla strada dell’abbattimento di ogni ostacolo sul percorso delle donne che decidono di interrompere volontariamente la gravidanza. Da questo punto di vista, non possiamo non accendere i riflettori ancora una volta sul tema obiezione di coscienza. Com’è noto, il numero degli obiettori è importante e rischia di compromettere la garanzia di applicazione dei diritti delle donne, oltre che il percorso di crescita professionale dei medici che sono costretti a sopperire ai vuoti lasciati da loro colleghi. Il Covid-19 – hanno proseguito – ha ulteriormente aggravato la situazione, mettendo ancor di più a rischio la garanzia di un diritto di base delle donne. La strada da fare è una ed è semplice: l’interruzione di gravidanza non deve essere una corsa a ostacoli ma un percorso tutelato, effettuato in sicurezza e, soprattutto, garantito. Il lavoro da fare è molto. In prima battuta, serve ulteriormente favorire l’informazione sull’accesso e le modalità di svolgimento dell’interruzione volontaria di gravidanza. Inoltre e più in generale, è fondamentale assicurare alle donne il pieno rispetto e la piena attuazione della legge 194. La Toscana ha fatto per prima alcune scelte importanti, come l’introduzione della RU486 nelle strutture pubbliche. Oggi più che mai, serve proseguire in questa battaglia, mettendo al primo posto il principio dell’autodeterminazione e la sicurezza. Servirà poi – hanno concluso – un nuovo impulso sui consultori, cronicamente in affanno. Ne parleremo già alla prossima riunione.”

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